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Gimigliano, il presidente Truglia presenta le dimissioni

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Cari Amici, ho grosse difficoltà a scrivere queste righe. Non so se saranno prolisse, come vi sembrano le mie solite, o giuste per quello che è il messaggio che voglio vi arrivi e che ho cercato di anticiparvi da un po’ di tempo. Non so neanche se servono a dare ulteriori spiegazioni a quello che è il mio pensiero, il mio stato d’animo soltanto, o semplicemente una corretta e reale mia constatazione dei fatti. Si, dico mia, perché mi piacerebbe restasse solo tale e che da questa ne nascesse una conseguenza positiva, uno stimolo per tutti per continuare a difendere il calcio a Gimigliano e tutto ciò che di sociale ne consegue, che so parte del vostro DNA.

Ho accettato l’incarico da Presidente a fine 2016. L’ho fatto per la stima e l’amicizia che nutro con molti di voi e per venire incontro ad un periodo di appannamento organizzativo. Si, ero già socio-fondatore, dovevo essere solo contribuente, di una realtà che mi faceva piacere esistesse, ma non avevo mai pensato a passi diversi. Ricordo ancora chi mi disse” è solo una Terza Categoria” a cui risposi “se l’obiettivo è questo, se vi serve una firma, trovate un altro”. Poi vi chiesi un patto. Doveva durare solo per sei mesi, poi di anno in anno ho accettato di rinnovare e programmare insieme a voi tutti cercando di creare stabilità al contesto, partendo da una situazione reale: SSS (come quando andavamo a scuola), SIAMO SENZA SOLDI. Ma doveva durare solo sei mesi.
Mi sono sempre definito pro-tempore e mostrandomi il vostro sfottò, vale per voi, vale per i ragazzi. L’ho fatto per umiltà personale.
Non mi piacciono i “cappelli”, così come non ho mai avuto paura delle responsabilità. Penso quotidianamente che il potere in terra non ci rende eterni e indistruttibili. L’umiltà alla base di tutto.
Abbiamo lavorato insieme cercando l’armonia necessaria per costruire insieme. E’ vero tante volte vi ho mostrato il fumo uscire dalle mie orecchie, ma penso ne abbiate compreso l’esigenza in determinate circostanze, diversamente abbiate saputo anche ignorarmi. E’ un dato di fatto: la Dirigenza dell’USD Gimigliano è cresciuta in numero e qualità in questi tre anni e mezzo. Un gruppo che ha saputo fare l’operaio, il faccendiere, l’allenatore e il sostituto, che ha saputo pensare, rispondere oppure no, che ha saputo rispettare e rispettarmi. Abbiamo pianificato con costanza e coerenza, investito in formazione e sicurezza degli atleti, migliorato le nostre conoscenze, investito in attrezzature e forniture per i nostri ragazzi, promosso l’immagine del nostro paese e del nostro lavoro nel paese attraverso i social, il web, il nostro comportamento quotidiano, ereditato senza volerlo e senza pensarlo i fasti della Polisportiva e dell’ASD pur partendo dalle nostre piccole risorse.
Senza aiuti esterni, ma solo con contributi nostri, di cittadini e sponsor, ci siamo inventati come vivere in maniera dinamica e stabile i colori biancorossi.
Penso che i nostri ragazzi abbiano avuto un buon esempio da seguire.
Non metto in dubbio che abbiamo, io in particolar modo, commesso anche degli errori.
Di certo non ho mai accettato, così come non lo avevo mai sostenuto, che qualcuno potesse pensare che una squadra di calcio dilettantistica fosse facile da gestire, tipo: basta comprare quattro palloni, mettersi la divisa trovare un avversario e giocare la domenica. Insieme abbiamo costruito una base solida dal nulla che avevamo. Una base che ci ha permesso di rendere la nostra realtà sportiva ricercata da tanti ragazzi del comprensorio, stimata dalle altre società concorrenti. Abbiamo superato insieme i tanti ostacoli che si sono presentati lungo la nostra strada, li abbiamo superati da gruppo, nel rispetto dei singoli pensieri.
Abbiamo cercato di dare un’immagine giusta per quella che è sempre stata la nostra volontà. Fare sport, aggregazione, dare spazio ai ragazzi del posto, creare un riferimento per i più giovani, aprirci alla nostra gente, crescere, promuovere il nostro territorio, Gimigliano. Abbiamo anche sognato, si. Tanto. Abbiamo “imparato a sognare” e dal nulla ci siamo ritrovati con un curriculum sportivo eccellente.
Un play-off a Magisano, inatteso fino a febbraio, ci ha visti sconfitti ma orgogliosi di esserci arrivati. E’ stato il preludio della promozione in Seconda Categoria dell’anno successivo, del ritorno dei colori biancorossi in una posizione più consona al suo blasone calcistico, la rivincita di un territorio che negli ultimi anni si è depresso per via di tanti eventi legati al dissesto idrogeologico, che perde di continuo i suoi giovani (e noi ne sappiamo qualcosa), che mantiene ancora la sua storica fama solo per merito di eventi religiosi e per l’operosità delle sue associazioni.
Merito sicuramente dei ragazzi, che hanno dimostrato di seguire con entusiasmo il nostro progetto, dico anche merito dei mister Ambrosio e Scalzo, la nostra accoppiata vincente “made in amicizia”, eccezionale. Merito vostro dico perché avete dato il massimo per contribuire a portare entusiasmo e agevolare il lavoro di squadra.
La Seconda Categoria disputata quest’anno, con annessa salvezza, è stata il premio al sacrificio costante di tutti. Anche gli eventi accessori pianificati nel tempo ci hanno dato ragione verso la nostra gente. Quella gente che dal febbraio 2018 non ci ha potuto più seguire al Sant’Elia e che, razionalmente,
quest’anno abbiamo dovuto costringere a scendere a Catanzaro per guardarci, perdendo il senso della nostra festa calcistica.
Com’è brutto festeggiare senza l’entusiasmo dei tuoi sostenitori, com’è brutto non rendere possibile l’accesso al tuo stadio ad un ragazzino in quanto il cinquantunesimo arrivato. Quante partite guardate da fuori, per dare l’esempio a chi “giustamente” protestava avverso noi che non avevamo colpe ma solo responsabilità a gestire gli eventi. Quante volte ci siamo guardati negli occhi e ci veniva da piangere.
Perché abbiamo lavorato costantemente per tre anni e mezzo. Molti di noi anche cooperando con altre associazioni del paese, quindi raddoppiando gli sforzi, per poi trovarsi comunque impattati nella burocrazia.
In quelle leggi che sono costruite per i macro eventi e che non tengono conto che paesi come il nostro stanno scomparendo sempre più dalla cartina geografica e che forme di aggregazioni e progettualità essenziali per sopravvivere. Che rabbia quando leggo di esigenza di promuovere il territorio e poi se ci provi sbatti con la testa al muro.
Ci siamo arrabbiati, evitando proclami siamo andati avanti. Abbiamo pensato a proteggere i ragazzi, la loro voglia. Ma fino a che pro è servito?
Ci siamo pensati la “Scuola di Sport” per ri-creare la scuola calcio, quella che molti di voi hanno conosciuto da ragazzini. Un sogno arduo che non ci ha portati competizione, purtroppo per i ragazzini, ma ci ha permesso di lanciare in prima squadra quattro giovanotti. Doveva fare scopa con la convenzione firmata con l’Istituto Comprensivo di Tiriolo per la concessione della Palestra Scolastica. I ragazzini più grandi al campo, i più piccoli in palestra, una strizzata d’occhio al calcio femminile, chi non amava il calcio poteva fare sport. Gimigliano poteva avere un servizio in più. Ma è durata solo per i due mesi di prova, aprile e maggio. La riapertura per la stagione 2019/2020 che avevamo progettato in grande stile e condiviso non ha potuto più avere un seguito. Anche qui. Già. Nel mentre avevamo comprato il defibrillatore, che a prescindere si sarebbe potuto anche non comprare, abbiamo pagato l’altra rata dell’Assicurazione stipulata da aprile. Un altro sogno andato in frantumi: riunioni, tempo, pensieri in più, responsabilità, rate da coprire e da pagare ma a vuoto. Soldini che potevano rappresentare un residuo in più, un investimento diverso. Lo rifarei a tornare indietro, rifarei tutto, nonostante tutto, ripeterei anche gli stessi errori. Perché quando affronti i sogni con perseveranza e lungimiranza per dare un servizio alla tua collettività, con lo spirito di amicizia, veridicità e linearità, quando la gente ti guarda col sorriso aspettandosi da te una novità, uno stimolo, ti fa piacere ancora provarci. Sei talmente tanto convinto che non molli neanche quando la vita tua ti riserva momenti amari. Quando parti per un’urgenza lasciando il lavoro, ma ti porti il tuo pc dietro perché c’è una stagione da organizzare. Quando in mezzo ad altre urgenze, trovi lo spazio per una chiamata con un collega dirigente o con un tesserato per raccontarsi com’è andata a finire quella commissione o l’allenamento o la partita. Perché c’è l’articolo da scrivere, da pubblicare, da condividere. La statistica deve essere aggiornata. Qui non si è scherzato ragazzi. La nostra gente deve essere informata di ciò che succede, di ciò che facciamo.
Solo chi ha vissuto la vita dell’associazionismo può comprendere certe cose e, a mio avviso, farebbe bene a molti passare da queste cose prima di intraprendere altre strade. Personalmente mi porto con orgoglio venti anni e poco più di esperienze del genere, che unita ad altre esperienze mi hanno arricchito la vita ed accompagnato nel mio percorso.
Per non parlare delle call-conference nel periodo COVID. Noi che abbiamo svolto l’unico allenamento di marzo il 3 per poi sospendere nel mentre qualcuno immaginava stessimo proseguendo nonostante tutto.
Insieme siamo stati una società piccola ma sana nei principi, che ha provato a ragionare da grande. Già scorso anno, in seguito ad altre scelte importanti, avevo pensato di aver “chiuso il mio cerchio” con l’USD e l’associazionismo gimiglianese. Poi ho allungato, un po’ per esigenze di “campo”, un po’ perché in fondo c’era tanto da mandare avanti tante cose.
Ma già qualche mese dopo è cambiato tutto. Sono amaramente deluso.
La mia vita è equilibrata a zero. Raramente esprimo emozioni, soprattutto negli ultimi anni, perché trattengo tutto, le vivo per me. Mi concedo qualche sfogo sporadico, ma non mi basta più.
Ultimamente la somma delle mie emozioni nel campo associativo ha delimitato lo zero ma passando in negativo. Per troppo tempo ho assorbito rabbia, mi sono vietato di parlare, l’ho fatto perché consapevole di rappresentare voi, i ragazzi. Ho bisogno di ritornare coerente con me stesso. Ho bisogno di guardare il mondo da un punto di vista diverso, creare un ordine diverso, fermarmi un attimo, capire. Poi magari ripartirò.
Per questo, da oggi rappresento le mie dimissioni da Presidente dell’USD Gimigliano. Mi sta già facendo male in questi giorni archiviare documenti, stampare, dedicarmi alle chiusure stagionali, che sarebbero solite. Mi rendo conto che è necessario, anzi forse sarebbe stato meglio prima.
Vi chiedo solo una cosa. Fate di tutto per trovare le condizioni necessarie affinché venga rispettato quel nostro patto, fatelo insieme ai ragazzi.
Perché l’USD Gimigliano adesso ha una base importante da cui poter progettare, una sua solidità. Perché l’idea non si può fermare alle dimissioni, volendo già considerabili, del sottoscritto. Perché Gimigliano ha bisogno dello sport. Perché molti di voi hanno il DNA biancorosso. Vi voglio bene. Voglio bene ai ragazzi. Voglio bene al mio paese, anche se da qualche anno non ci abito più.

Damiano Truglia
Presidente USD Gimigliano

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